Vino In-dipendente 2025: i migliori vini naturali a Calvisano

La fiera organizzata da Stefano Belli al giro di boa della decima edizione: etichette e cantine best in show

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Il mondo dei vini naturali deve fare largo a una manifestazione che, nel bene e nel male del contesto, non può più essere considerata di “serie B”, rispetto ad altre della stessa categoria. Ma, anzi, assurta all’olimpo delle natural wine fair. Se non a livello europeo, almeno a livello italiano. Parlo di Vino In-dipendente, rassegna di “vini artigianali” organizzata dal “sommelier vinnaturista” Stefano Belli. L’edizione 2025, la numero 10, può essere considerata quella dell’assoluta consacrazione. Oltre ai winelovers – tra cui molti giovani e giovanissimi – la fiera andata in scena il 12 gennaio ha visto la partecipazione di un buon numero di distributori e buyer, italiani ed (addirittura) esteri.

IL RACCONTO AUTENTICO DEI VIGNAIOLI

“Addirittura” perché si tratta di un evento organizzato in una “sperduta” località della provincia di Brescia, come Calvisano. Poco meno di 9 mila abitanti e una certa fama, non legata al mondo del vino. La cittadina è piuttosto nota per essere ricompresa nell’area di produzione del Grana Padano, oltre che per l’allevamento di storioni da caviale della nota azienda Calvisius Caviar. Non ultimo, per la squadra locale di rugby, che milita in Serie A. La sala polivalente del Comune, perfetta per ospitare i banchi di assaggio di una settantina di cantine, si trova proprio accanto allo stadio.

Anche i vini in assaggio sono risultati “sportivi”. Alcuni da ola. Altri da fischi. La media qualitativa dei vini in degustazione è risultata tutto sommato soddisfacente. Ma la presenza di difetti, molto evidenti ai non ultras del vino naturale, è ancora troppo alta per poter far gridare alla nuova era del vino naturale italiano. Messe da parte volatili e brett, anche le etichette “sporche” sono riuscite a mettere in risalto il racconto appassionato (e spesso sincero) dei vignaioli.

I MIGLIORI VINI NATURALI A VINO IN-DIPENDENTE 2025

Racconti di vigna, di «mani sporche di terra». Storie di profumi, di colori, di terre, di passione e di fatiche che, qualche volta, trovano piacevole consolazione nei calici. Ecco allora i migliori assaggi a Vino In-dipendente 2025, pescati come tra quelli da dimenticare in fretta. Frutto, questi ultimi, di uno storytelling che non è falso o volutamente deviato, bensì il chiaro frutto di un amore per la terra non accompagnato dalla dovuta competenza nella scienza e nell’arte – tutto tranne che naturale – di «Fare Vino Buono». Tra i tanti, troppi, difetti, vere e proprie gemme. Eccole, in ordine sparso. Vino In-dipendente 2025

Azienda agricola Franzina

Un’interpretazione autentica della Valtellina e della sottozona Maroggia, su tutta la gamma. Tutto da bere il Rosso, più complesso e strutturato “St Sixtus”. La Riserva, ottenuta dalla parcella più alta del vigneto, è una chicca.

  • Rosso di Valtellina Doc 2022
  • Valtellina Superiore Docg 2021 “St Sixtus”
  • Valtellina Superiore Docg Riserva 2021 Maroggia

Pietramatta

I vigneti si intersecano come un puzzle con quelli di Nove Lune, il “parco giochi” del responsabile Piwi Lombardia, Alessandro Sala. Pietramatta, del fratello Andrea Sala, è l’altra metà del pianeta. Memorabile il rosato da uve Moscato di Scanzo. Ottimo l’orange Amber, da uve Piwi (Souvigner Gris). Da scoprire “Sass”, taglio bordelese.

  • Bergamasca Igp Rosato 2023 “035”
  • Bergamasca Igp rosso 2022 “Sass”
  • Vino Bianco “Amber”

Denis Montanar

Chiuso e a prima vista un po’ scontroso, Denis Montanar è riuscito a fare un vino che non gli somiglia per niente, a livello “caratteriale”. “Massàl”, Merlot vendemmia 2019, è disteso, goloso ed aristocratico. Un autentico capolavoro, per la ricchezza del frutto, la raffinatezza della spezia e la profondità del sorso. Best in show tra i vini rossi a Vino In-dipendente 2025.

  • Vino Rosso Igt Venezia Giulia 2019 Massàl – Dodòn
    (BEST IN SHOW – VINI ROSSI)

Cascina La Signorina

Sfodera la verticale, zitta zitta, La Signorina. Per mettere a tacere anche l’ultimo degli idioti che ancora va in giro a dire, tronfio: «A me il Dolcetto non piace». Come se ce ne fosse solo uno. Come se tutto n0n dipendesse dalle mani di chi lo produce, forse più di qualsiasi altra varietà piemontese. Come se “La bocassa” non esistesse. Alla fine tutti muti davanti all’accoppiata 2007-2017. Tutto tranne che retorico rispetto per gli “anziani”. Chapeau.

  • Ovada Docg 2017 “La bocassa”
  • Dolcetto di Ovada Superiore Doc 2007 “La bocassa”

Azienda agricola Mariapaola Di Cato (Vini Di Cato)

Una gamma migliorabile sotto diversi profili, quella della cantina Di Cato. Ma questo “Cerasuolo d’Abruzzo” che “Cerasuolo d’Abruzzo Doc” non è – «lo abbiamo volutamente declassato» – è da applausi. Un “Raggio di Luna” che illumina il Montepulciano: floreale, carnoso, sapido, dissetante. E soprattutto ribelle. Un po’ come il Neil Young di “Eughenos Harvest Moon”.

  • Rosato Terre Aquilane Igp Biologico 2022 “Eughenos Raggio di Luna”

La Rocchetta di Mondondone

Da infermiere a vignaiolo in Oltrepò pavese, per poi tornare in corsia al momento del bisogno, durante l’emergenza Covid. Stefano Banfi è prima di tutto un Uomo dal cuore grande. Poi, e non è un dettaglio, fa pure grandi vini. La Croatina “Croaticum” e il Pinot Nero “Suavis Noir”, entrambi vendemmia 2015, sono da comprare a cartoni e da abbandonare in cantina. Con la promessa di iniziare a berli tra 5, 6 anni. Scommettiamo?

  • Provincia di Pavia Igp Pinot Nero 2015 “Suavis Noir”
  • Provincia di Pavia Igp Croatina 2015 “Croaticum”

Rós di Daniele Paolucci

Un altro “bravo ragazzo”, Daniele Paolucci di Rós. Siamo a Volta Mantovana, a poca distanza dal Lago di Garda, per un’avventura enologica fondata sì sulla passione, ma soprattutto su un gran savoir-faire. Un progetto che, nel 2025, compie 10 anni di vita. Quelli della maturità. 

  • Vino Bianco frizzante rifermentato Chardonnay 2024 “Monti solivi”
  • Vino bianco 2022 “Thýme”
  • Vino Rosso 2022 “Coràle”

Scapigliata

Come questo Metodo classico non abbia superato l’esame per la certificazione “Franciacorta”, è un mistero che poco importa risolvere. «Prendete e bevetene tutti, questo è il calice del mio Vsq per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati»: suonava così. No?

  • Metodo classico Vsq Blanc de Noirs Dosaggio Zero 2020
    (BEST IN SHOW – METODO CLASSICO)

Azienda agricola Case Vecchie di Paolo Ferri

Al mantovano Paolo Ferri piace esagerare e le bottiglie da riempire col suo vino le compra solo da 1 litro. Fa bene. Perché il rosato Rondinella 2023 sarà pure “Tormentato”. Ma è da svuotare a canna, tanto va giù facile e sincero. Vola, Rondinella. Vola.

  • Vino Rosato Rondinella 2023 “Tormentato” (1 litro)

Vigne del Pellagroso – Antonio Camazzola

Un altro a cui difficilmente strappi un sorriso, Antonio “Billy” Camazzola. Ma il vino lui, dalle parti di Monzambano (Mantova) lo sa fare. Tutta apprezzabile la gamma, da cui peschiamo il bianco “Lügar”, sapientemente ottenuto da uve Riesling, Garganega e Moscato, macerate per circa una settimana. Convince per la golosa agilità di beva, abbinata a una profondità che sfiora il balsamico.

  • Vino Bianco “Lügar”

Samuele Casella Azienda agricola

Uve Rebo, sì. Ma non siamo in Valle dei Laghi, in Trentino, bensì a Gavardo, in provincia di Brescia. Una chicca di casa Samuele Casella, piena di frutto e dalla chiusura sapida, che chiama il sorso successivo. Degno di nota anche il lavoro della cantina sulle varietà Bordolesi.

  • Benaco Bresciano Igt Rosso 2021 Rebo

Grawü – Grasselli & Würth

Vale il discorso fatto prima per il Dolcetot di Cascina La Signorina. A quel paese di Grawü va mandato chi pensa il Pinot Grigio sia solo quello venduto per pochi spiccioli al supermercato. Poi, gli stessi, li si manda sul “Lato Oscuro” a scoprire il vitigno ibrido Regent, incrocio di varietà europee ed americane. Un rosso che convince gli amanti dei rossi che non disdegnano di sfoderare un buon tannino, su tanto frutto e freschezza. Geniale la scelta della semi-carbonica sul vitigno.

  • Vigneti delle Dolomiti 2022 Pinot Grigio
  • Mitterberg Rosso Igt 2021 “Lato Oscuro”

Cantina La Bacheta – Giorgia Quintarelli

(CANTINA RIVELAZIONE)

Attenzione a non confondere il cognome: Giorgia Quintarelli non è parente della più nota famiglia pilastro della Valpolicella. Lei sta a Custoza. E sembra avere molta voglia di restarci, per continuare a fare benissimo. La sua giovane gamma di vini vale una standing ovation. Colpisce la purezza della Garganega, sia nell’interpretazione più classica, “Neissance”, che con “Luna” (grappolo intero). La Corvina “Isa”? Anche lei in semicarbonica. Abbastanza per appuntarsi il nome di Cantina La Bacheta. Per non scordarlo più.

  • Verona Igt Garganega 2023 “Neissance”
  • Verona Igt Garganega 2023 “Luna”
  • Verona Igt Corvina 2023 “Isa”

Perego & Perego

“Il Barocco” è il rosso da non perdere dalle parti di Rovescala, in Oltrepò pavese. La vera chicca di Giorgio Perego, in degustazione anche a Vino In-dipendente. Vino da sempre presente nella Guida Top 100 Migliori vini italiani di Winemag, pronto a presentarsi al pubblico con una 2018 che segnerà un leggero cambio di stile, verso una maggiore componente fruttata e, quindi, una maggiore beva.

  • Vino Rosso 2017 “Il Barocco”

Azienda agricola Cuore Impavido di Loris De Bortoli

Una varietà Piwi, un vino Piwi. Che, tra l’altro, si chiama come la cantina. Piacciono le cose semplici in casa Loris De Bortoli. Scelta azzeccata col frizzante non filtrato prodotto a 800 metri d’altitudine, nel Comune di Sovramonte. Siamo alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il vitigno resistente di “Cuore Impavido” è il Solaris. Un rifermentato che ricorda soprattutto il cedro, dal naso alla freschissima chiusura. Il sorso convince dall’ingresso al retro olfattivo, perché non mostra le asperità classiche di altri Piwi. Aiuta un perlage soffice e avvolgente, che porta con sé pulizia del frutto (agrumi, pesca) e una leggera, piacevolissima, vena minerale.

  • Vino Bianco frizzante non filtrato “Cuore impavido” (Piwi)

Josef – Luca Francesconi

Lo aveva detto nel video di presentazione per i social media, richiesto a tutti i vignaioli dall’organizzatore Stefano Belli: «Venite a Calvisano a Vino In-dipendente 2025, il 12 gennaio, se volete scoprire “vini d’autore”». Promessa mantenuta da Luca Francesconi, alias Josef, con l’Alto Mincio Igt Bianco 2022 “Guadalupe”. Solo Turbiana di Lugana, lavorata in vetroresina. Vino che ti resta in testa per quella “promessa” mantenuta al punto da diventare “premessa”, grazie all’unico vino della gamma di Josef ottenuto da un’uva in purezza. Applausi, di cui sopra.

  • Alto Mincio Igt Bianco 2022 “Guadalupe”

Il Pendio – Michele Loda

«Sì vabbè, ma loro si sono fatti un nome con il Metodo classico, in Franciacorta». Sento forte e chiaro rispondo dritto per dritto: assaggiate Chardonnay fermo e Pinot Nero vinificato in rosso fermo de Il Pendio. Poi fatemi sapere… In fondo, tutto non può che cominciare da una buona “base”.

  • Sebino Igt Chardonnay 2023
  • Sebino Igt Pinot Nero 2023 “La Valletta”

Matrignano

È qui la festa? Sembra di sentire in sottofondo il basso ritmato di Michael Peter “Flea” Balzary, mentre in gola scivola il frizzante “Skianty” di Matrignano. Molto più di una semplice provocazione al sistema di certificazione delle Doc, in particolare a quella del Chianti, richiamata dal nome di fantasia. “Skianty” è gusto testa capolavoro anche dal punto di vista della coscienza enologica. La base è un Sangiovese vendemmia 2023 da 11,5%, rifermentato con il mosto congelato di Cabernet Franc dolce della vendemmia 2022. Solo 500 bottiglie e uscita a marzo 2025. Da prenotare.

  • Vino Rosso frizzante “Skianty” (BEST IN SHOW – FRIZZANTI)

Forti del Vento

Una garanzia Forti del Vento, nel suo Monferrato. Il Dolcetto “La Volpe” è un altro di quelli da presentare a chi «Io il Dolcetto non lo bevo». Vinificazione in solo acciaio e riposo in cantina per un anno, prima della commercializzazione. Ben più strutturato “Ottotori”, vinificato in legno e frutto di una singola vigna. I due volti del Dolcetto, insomma, tra beva e tanta vera sostanza.

  • Vino Rosso Biologico 2022 “La Volpe”
  • Vino Rosso Biologico 2020 “Ottotori”

Terrazzi Alti

La Valtellina a Vino In-dipendente si difende alla grande anche con Terrazzi Alti. Splendide le due espressioni di Sassella della cantina della famiglia Buzzetti. Vini concreti ed eleganti, espressioni autentiche della Chiavennasca e del territorio.

  • Valtellina Superiore Docg Sassella 2022
  • Valtellina Superiore Docg Sassella Riserva 2021

Ansitz Dolomytos Sacker (MIGLIOR GAMMA AZIENDALE)

Cantina che non sbaglia un colpo (e non è una cosa poi così comune, specie nel segmento dei “vini naturali”). Siamo ad Auna di Sotto (Renon) a 500 metri d’altitudine, per il progetto enologico creato tra il 1998 e il 2009 dal compianto Rainer Zierock, professore di mitologia greca e filosofia agraria, sulla base dei principi di Rudolf Steiner. Oggi la tenuta è della famiglia Marginter, che realizza vini da assemblaggio, proseguendo il lavoro iniziato da Rainer Zierock con varietà provenienti da Grecia, Francia e Spagna. Ecco allora Assyrtiko, Petit Manseng e il Piwi Souvignier Gris, accanto a Riesling, Gewürztraminer, Sauvignon blanc. Oppure Sangiovese, Petit Verdot, Agiorgitiko, Mourvèdre e Alicante Bouschet, in mezzo a Pinot Nero, Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Un progetto unico. Tutto da scoprire.

  • Vino Bianco 2023 “Sacker Weiss”
  • Vino Bianco 2019 “Dolomytos”
  • Vino Bianco “Amphora”
  • Vino Rosso “Sacker Rot”
  • Vino Rosso 2017 “Skythos”
  • Vino Rosso 2018 “Athos”

Colle del Bricco – Matteo Maggi

Gipsy Red è l’ultimo arrivato di casa Colle del Bricco – altra presenza nell’edizione 2025 della Guida Top 100 Migliori vini italiani di Winemag – è un vino succosissimo, frutto del sapiente assemblaggio pensato e voluto dal giovane Matteo Maggi, a Stradella. Un vino che, per concetto ed esecuzione, mancava in Oltrepò pavese.

  • Provincia di Pavia Igt Rosso 2023 Gipsy Red

Azienda agricola Terre di Pietra

Dimmi che nel calice ho un vino Veronese senza dirmi che nel calice ho un vino Veronese. Autenticità allo stato puro a casa Terre di Pietra, a San Martino Buon Albergo. Corvina, Corvinone e Rondinella con l’anima.

  • Rosso Veronese Igt 2018 “Vigna del Peste”
  • Rosso Veronese Igt 2020 “Testa calda”
  • Rosso Veronese Igt 2016 “Mesal”

Villa Calicantus

Forse la vera azienda da scoprire, per chi ancora non la conoscesse, dalle parti di Bardolino. Non solo per il Chiaretto “Chiar’Otto”, vino ormai entrato nell’olimpo dei rosati italiani. Ma anche per le tante, splendide interpretazioni del Bardolino. Villa Calicantus, una garanzia.

  • Chiaretto di Bardolino Doc Classico 2023 “Chiar’Otto” (BEST IN SHOW – VINI ROSATI)

Radici erranti

Progetto molto interessante, quello di Radici erranti sulla sponda orientale del Lago di Garda, a Navelli di Salò. L’idea è nata durante il periodo del Covid, nel 2020, tra cinque amici impegnati a vario titolo nel settore del vino. L’ultimo arrivato è proprio il Metodo classico Dosaggio Zero “Stradivari”.

  • Metodo classico Dosaggio Zero “Stradivari”

Enò-Trio

Nunzio Puglisi porta avanti, insieme alla sua famiglia, una delle cantine artigianali più interessanti della zona dell’Etna. Un progetto che –  proprio come il vulcano della Sicilia – sembra tendere verso l’alto. A una precisione sempre maggiore nella restituzione, nel calice, del frutto delle vigne allevate come figli, a un’altezza che si spinge fino ai mille metri. A Vino In-dipendente, il coniglio pescato dal capello è “Calderara” 2019: vino consigliato a chiunque voglia capire davvero cos’è il Nerello Mascalese.

  • Etna Rosso Doc 2019 Nerello Mascalese “Calderara”

Prima Radice

Tra i vini più curiosi dell’evento c’è la Franconia di Prima Radice, che propone un modello davvero condivisibile, in un segmento popolato da stregoni e più d’un ciarlatano: «Agricoltura rigenerativa, laica e scientifica». Oltre al vino da varietà rare anche sidro, birra, farine e gallette da cereali storici. Il tutto a Polcenigo, in provincia di Pordenone, in Friuli Venezia Giulia.

  • Trevenezie Igt Franconia 2023 “L’importanza di essere franco”

Daniele Ricci

Poche parole per i vini dell’ex casellante Daniele Ricci. Una gamma straordinaria, che ormai tutti conoscono e la cui grandezza tutti (ri)conoscono. Poi succede che a Vino In-dipendente il vignaiolo del tortonese porti un “San Leto” 2004. Dando un senso a quei paragoni tra la denominazione piemontese e la Francia. A un prezzo tanto più conveniente da sembrare quasi folle. Daniele Ricci per il best in show-vini bianchi di Vino In-dipendente.

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